Il miracolo eucaristico di Rimini o “miracolo della mula”

Il miracolo eucaristico di Rimini, noto anche come “miracolo della mula”, si colloca nel 1223 ed è attribuito a Sant’Antonio di Padova.

Questo evento è avvenuto quando Sant’Antonio, nel tentativo di dimostrare la reale presenza di Cristo nell’Eucaristia, fu sfidato da un eretico di nome Bonovillo (o Bonisollo secondo alcune fonti). L’eretico propose che se una mula affamata, dopo essere stata privata di cibo per tre giorni, avesse scelto di venerare l’Eucaristia anziché cibarsi di biada posta davanti a lei, avrebbe accettato la verità dell’insegnamento della Chiesa Cattolica.

Il giorno stabilito, dopo aver celebrato la Messa, Sant’Antonio portò l’Eucaristia nella piazza (oggi conosciuta come piazza Tre Martiri) e, come da narrazione, la mula si avvicinò all’Eucaristia, ignorando il cibo, e si inginocchiò in segno di venerazione, portando alla conversione dell’eretico e dei suoi seguaci.

L’evento è commemorato nella città di Rimini da un tempietto cinquecentesco, attribuito al Bramante, chiamato anche “Tempietto”, situato accanto al santuario di San Francesco da Paola. Questo luogo di culto serve da memoriale del miracolo eucaristico.

La presenza di una nutrita comunità di Patari a Rimini, una corrente religiosa che prediligeva una Chiesa semplice e pura, crea il contesto storico e culturale in cui si inserisce questo episodio. La sfida lanciata a Sant’Antonio da Padova da parte del capo del movimento pataro, Bonvillo, si inseriva in un’epoca in cui i miracoli erano considerati prove visibili delle verità spirituali.

Domenico Beccafumi, Sant’Antonio e il miracolo della mula, 1537, Museo del Louvre

Oggi, la storia di questo miracolo continua a essere parte integrante del patrimonio culturale e religioso di Rimini, attirando interesse non solo per il suo significato spirituale, ma anche per il suo valore storico e artistico, testimoniato dall’opera di Domenico Beccafumi conservata al Museo del Louvre.

 
 
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